3829 recensioni a vostra disposizione!
   
 

IL TORO Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 20 ottobre 1994
 
di Carlo Mazzacurati, con Diego Abatantuono, Roberto Citran, Marco Messeri (Italia, 1994)
 
Come già nel precedente UN'ALTRA VITA, la prima ragione dell'interesse del cinema di Carlo Mazzacurati sembra provenire dal soggetto e dalla sceneggiatura.

Il soggetto de IL TORO risplende per originalità nel conformismo del cinema italiano quotidiano: a tal punto che viene da chiedersi come l'autore sia riuscito a trovare i quattrini per questa storia dell'operaio di un allevamento di tori (Abbatantuono, in uno dei suoi ruoli più misurati, e quindi migliori) che, improvvisamente quanto ingiustamente licenziato, non trova di meglio - per ottenere quel minimo di giustizia che nove anni di rispettabilissimo lavoro comanderebbero - che rubare il toro di monta più prestigioso della ditta (Corinto: quinto al mondo, valore un miliardo). E convincere l'amico allevatore di vitelli (la bella testimonianza, silenziosa ed umanissima offerta da Roberto Citran) ad accompagnare lui ed il toro fino in Ungheria, dove lui conosce "qualcuno".

La sceneggiatura - secondo merito de IL TORO - trasforma allora quella che avrebbe potuto essere l'ennesima, sgangherata carnevalata sul toro ed i suoi attributi, in una tragi-comica road-movie, che attraversa l'Europa delle tante sofferenze quotidiane, dall'ex-Jugoslavia a quell'Est ancora alla ricerca di quei valori che il tanto atteso Ovest doveva trasmettere alla caduta del comunismo. Ogni occasione, ogni individuo affrontati dalle vicissitudini dei nostri due diventano allora l'occasione per un esame attento, mai pedante, velato al tempo stesso di umorismo e di riflessione, su questa geografia (umana, sociale, politica) della nostra epoca: il licenziamento e la disoccupazione, i legami famigliari, l'incontro con un capostazione che si arrangia come può per allievare la fame dei profughi jugoslavi parcheggiati da mesi sui binari (e per i quali l'immenso Corinto rappresenterebbe migliaia di bistecche), i contadini della pustza piuttosto che gli italiani all'estero e l'arte di arrangiarsi (al night come nei traffici: ed è da ammirare come Mazzacurati impedisce al personaggio del maneggione di Marco Messeri di degenerare nella commediaccia), è tutta questa mappa di comportamenti che IL TORO affronta con umanità e sensibilità, la stessa mescola sapiente di sarcasmo e di pietà che contraddistingue la recitazione di Abbatantuono.

Certo, il film perde una parte della sua inventiva man mano che ci si avvicina al suo finale un po' rabberciato, certo l'impianto tradisce a momenti gli imperativi della produzione di un investimento del genere: ma è il gusto, il tono di Mazzacurati, generoso, sensibile, mai volgare a condurre in porto la lunga navigazione del suo toro attraverso l'Europa. Ed il suo film rimane un esempio di come si possa divertire - senza rinunciare a far riflettere - in un cinema che qualche anno fa avremmo definito commerciale: oggi, con l'aria che corre, più semplicemente intelligente.


   Il film in Internet (Google)

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

 
Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda